sabato 9 febbraio 2013

Jane Eyre

Titolo: Jane Eyre
Casa di produzione: BBC Films, Focus Features, Ruby Films
Regia: Cary Fukanaga
Sceneggiatura: Moira Buffini
Ratings:   


Trama:
Una donna fragile e forte, un'eroina senza tempo, appassionata e oscura, percorre prati, corridoi e castelli dell'Inghilterra del diciannovesimo secolo. Amore, passione, dolore, sogni e paure in un film che seduce, sorprende e commuove. Jane, dopo un'infanzia di crudeltà, è determinata a vivere la propria vita senza paura, intensamente. L'incontro con Rochester le spalancherà le porte di un amore travolgente, segnato però, da incomprensibili lampi di tenebra e inquietudine. Un folle segreto la terrà lontana dalla felicità e la porterà a reinventarsi ancora una volta, salvo poi capire, finalmente, di poter esistere solo nell'amore, ad ogni costo. L'audace rilettura in chiave gotica di un capolavoro della letteratura di tutti i tempi ci accompagna in un incubo da sogno, come solo le grandi storie sanno fare.


"Jane, voi mi trafiggete. 
Sento di potervi parlare ora della mia amata. 
L'avete incontrata, la conoscete. 
È una persona rara, fresca, fiorente, senza alcuna macchia. 
Mi rigenererà, farà di me un uomo migliore."


Recensione:
Non ci siamo, gente. Permettetemi di essere spudoratamente presuntuosa per una volta, affermando senza indugi che mi ritengo un' esperta janeryana di prima categoria. L'amore che provo verso questo romanzo bronteano è talmente forte da avermi spinta non solo ad adorarne la versione di carta e inchiostro, ma ad averne letto anche parecchi prequels, sequels e ad aver visto quante più possibili versioni cinematografiche o televisive. E per tutti gli omini verdi delle brughiere, quella lì non è la mia Jane! Non è umanamente accettabile che per quasi tutti i 115 minuti del film la nostra istitutrice preferita sembri più incazzata di Rochester. Inoltre, lui è troppo dolce fin da subito, quando si sa che la storia d'amore di Jane ed Edward si basa interamente su flirt di natura sarcastica, su vicendevoli rimproveri e sorrisi strappati alla gelosia.

Vogliamo parlare, ad esempio, della scena in cui Jane contratta il suo stipendio per tornare a Gateshead Hall dalla morente zia Reed? Quello, nel libro, è uno dei momenti più belli di tutta la storia, uno dei momenti in cui trasuda la passione viscerale che entrambi provano l'uno per l'altra, ma che non devono, non possono dirsi. E che risponde Jane ad Edward, appunto in questo film e in questa scena, quando lui le chiede se ha fiducia nella sua persona? "No, niente affatto. Non ci si può fidare di voi". Cosaaa?! I protagonisti poi sono talmente distanti per quasi tutto il tempo che nel finale mi è venuta voglia di chiedere: Ma questa confidenza ragazzi quando ve la siete presa, scusate?. Non è credibile per me, mi spiace. Ci sono rimasta male, ecco. 


Un po' come quando nella versione di Zeffirelli si scopre che St. John amministra i beni di casa Reed, sì certo come no, una barzelletta! La verità è che ho come l'impressione che gli sceneggiatori abbiano voluto prendere il lavoro di Charlotte e dargli erroneamente l'impronta gotica-paranormale dell'altrettanto conosciuto Cime Tempestose di Emily. E non c'è niente di più sbagliato, perché i romanzi sono così diversi tra loro, la stessa Charlotte ebbe modo di dirlo una volta. L'unica cosa che ho apprezzato davvero è stato il fatto che finalmente abbiano scelto per il cast una Blanche Ingram mora come il libro comanda. E poco importa se invece la nostra Jane è una biondissima viperina amorfa e se il nostro Rochester è troppo magro, troppo giovane e troppo bello per essere reale... no? (Okay, ironia modalità off). Non smetterò mai di dirlo: non c'è versione migliore di quella del 2006 con Toby Stephens e Ruth Wilson. Perciò perché sfidare la perfezione?


Rassegna Stampa:
Due versioni a confronto. Il trailer della versione 2011 e un video della versione del 2006.

Nessun commento:

Posta un commento